Per
menopausa si intende il momento della cessazione delle mestruazioni
spontanee che coincide con la fine della vita riproduttiva.
La
menopausa si colloca per lo più, nelle donne occidentali, intorno ai 51
anni. Si parla di "menopausa precoce" quando si manifesta
spontaneamente in donne di età inferiore ai 40 anni.
Si
parla di menopausa dopo una amenorrea (assenza di mestruazioni) di almeno
6 mesi, in una donna che ha raggiunto l'età media di insorgenza. Il
periodo che precede la menopausa (periodo premenopausale) è
caratterizzato da progressive irregolarità del ciclo mestruale che
culminano poi con la completa cessazione dello stesso.
La
menopausa dal punto di vista biologico consiste nella cessazione
dell'attività dell'ovaio: questa ghiandola cessa di produrre gli
estrogeni che sono gli ormoni caratterizzanti il sesso femminile. Questa
cessazione di funzione può essere evidenziata anche mediante esami
ormonali che dimostrano livelli molto bassi di questi ormoni ed un
progressivo incremento dell'FSH.
La
diminuzione degli estrogeni può portare (ma non necessariamente) a tutta
una serie di disturbi che originano precisamente da questo stato
carenziale.
Menopausa
non è sinonimo di "malattia". E' semplicemente una
modificazione naturale del proprio assetto ormonale che non porta
necessariamente a problemi. Agli inizi del ventesimo secolo la vita media
della donna coincideva più o meno con l'età della menopausa; attualmente
invece la vita media della donna è arrivata intorno ad 80 anni e si è
verificato questo cambiamento naturale per cui la donna sopravvive circa
trenta anni alla sua menopausa; quindi è ingiusto dire che la donna
inizia ad invecchiare con la menopausa; la menopausa è invece un età
ritrovata da vivere serenamente con tanta energia e una qualità di vita
migliore possibile.
Esistono
però casi in cui la transizione menopausale può portare a disturbi più
o meno importanti.
Il
disturbo più comunemente lamentato sono le cosiddette vampate di
calore: queste consistono in una improvvisa sensazione di calore sulla
cute del viso, del collo e del torace, di solito accompagnata da
sudorazione, in alcuni casi seguita da sensazione di freddo. La durata
media della vampata è di circa 3 minuti. La frequenza delle vampate si
riduce progressivamente con gli anni per scendere a livelli bassissimi
dopo 9 anni dall'ultima mestruazione.
La
caduta dei livelli circolanti di estrogeni può associarsi ad alterazioni
dei tessuti genito-urinari: può insorgere secchezza vaginale,
associata a bruciori o a fastidio durante i rapporti sessuali, così come
un aumento dei casi di cistite (infiammazione della vescica) con i
caratteristici segni clinici (bruciore durante la minzione, dolori,
minzione frequente). Può comparire anche una lieve forma di
incontinenza
urinaria o peggiorare una forma già esistente.
La
cute tende ad assottigliarsi, c'è una tendenza ad una relativa
secchezza e si può avere un lieve aumento della peluria in certe zone del
volto.
Dal
punto di vista cardio-vascolare aumenta l'incidenza di fenomeni
ischemici, e tende a peggiorare il profilo lipidico (aumento del
colesterolo e dei trigliceridi, riduzione dell'HDL).
Le
ossa tendono progressivamente a diminuire la loro densità portando in
alcuni casi, a situazioni di osteoporosi (patologica diminuzione
della massa oseea oltre una certa soglia); l'osteoporosi aumenta il
rischio di fratture specialmente a carico delle vertebre e del femore.
Sono
riportate infine modificazioni in senso depressivo dell'umore.
Le
manifestazioni sopra riportate, come già detto, non compaiono
necessariamente in tutti i casi e, qualora compaiano, possono avere gradi
variabili di importanza.
Attualmente,
in campo ginecologico, riveste una grande importanza la gestione della
donna in menopausa; rilevare precocemente dei problemi può significare
risolverli o per lo meno mitigarli; non solo, le terapie a disposizione,
come poi vedremo, possono in molti casi addirittura prevenire la loro comparsa.
Tutte
le donne nel periodo che precede la menopausa (periodo
perimenopausale) dovrebbero quindi effettuare uno screening di base per
identificare precocemente problematiche che potrebbero accentuarsi
notevolmente in menopausa; questi esami dovrebbero comprendere: esami del
sangue generali (comprensivi di funzionalità epatica, renale, assetto
lipidico, glicemia, coagulazione), visita ginecologica, PAP-Test,
Mammografia, Densitometria ossea (MOC), Ecografia pelvica.
Per
la menopausa esiste oggi la cosiddetta terapia ormonale sostitutiva (HRT)
che consiste nella
somministrazione di ormoni estrogeni (associati a progestinici) che
sostituiscono gli ormoni che l'ovaio non produce più. Si da all'organismo
quello che non viene più fisiologicamente prodotto.
La
HRT "annulla" la menopausa e previene o mitiga tutti i
disturbi ad essa correlati. Può essere incominciata in qualsiasi
momento della menopausa anche se è meglio iniziare il prima possibile per
sfruttarne al massimo le potenzialità.
Si
può assumere tramite compresse da prendersi giornalmente o tramite
cerotti che si lasciano sulla pelle per qualche giorno.
E'
una terapia eccellente che però può avere degli effetti collaterali.
Alcuni recenti studi riportano
un lieve aumento del numero dei tumori della mammella: il rischio, sarebbe
più elevato per terapie di durata superiore ai 5 anni, ma sarebbe comunque
presente anche in terapie di minore durata; il rischio di tumori mammari
sembrerebbe legato prevalentemente alla componente progestinica della HRT. E' stato
infatti rilevato che terapie a base di soli estrogeni (possibili solo in
donne a cui è stato rimosso chirurgicamente l'utero) presentano rischi
minori (ma non assenti).
Riguardo il sistema
cardiovascolare si ritiene oggi che la HRT non prevenga le malattie di
questo apparato. Sono stati rilevati effetti dannosi sul cuore ed i vasi;
alcuni studi indicano inoltre un lieve aumento dei casi di Ictus.
Con la HRT ci può essere un
certo rischio di "stimolazione" dell'endometrio (il tessuto che tappezza la
cavità uterina) con possibili quadri di "iperplasia" (che possono
necessitare anche di terapie quali i raschiamenti); è stato inoltre
osservato un lieve aumento del rischio di
fenomeni trombotici e viene inoltre riportato un certo aumento del numero
dei casi di ipertensione.
La
HRT si presenta quindi come una terapia versatile, utile, che però, visti
i possibili effetti colaterali, deve essere
decisa e concordata con il proprio ginecologo che avrà l'esperienza e la
capacità di verificare se la paziente ne abbia reale necessità o se abbia
delle condizioni patologiche che ne controindicherebbero l'uso (ad esempio otosclerosi, pregresse neoplasie ecc).
La
donna che farà la terapia eseguirà con cadenza annuale i periodici
controlli di routine richiesti dallo specialista ginecologo per tutte le
donne della sua età indipendentemente dalla terapia (esami del
sangue generali - comprensivi di funzionalità epatica, renale, assetto
lipidico, glicemia, coagulazione -, Visita ginecologica, PAP-Test,
Mammografia, Densitometria ossea (MOC), Ecografia pelvica).
Oltre
alla HRT esistono anche altri tipi di terapie per i disturbi correlati
alla menopausa: trattamenti che limitano le vampate (ad esempio i
cosiddetti fitoestrogeni), creme locali, contenenti estrogeni, per la distrofia vaginale (ad esempio creme contenenti Estriolo),
farmaci che inibiscono la perdita del calcio scheletrico (Raloxifene, Bifosfonati, ecc.), farmaci che riducono i fattori di
rischio vascolari (ipolipemizzanti, antipertensivi ecc.).
Questi
trattamenti possono essere valutati da soli oppure (solo per alcuni di
essi) in associazione all'HRT.
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